Sito ufficiale di

ENRICO MALATESTA

giornalista scrittore

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Sposato e con tre figli, vive e lavora a Roma dove svolge la professione del giornalista  (ama più semplicemente definirsi: un reporter).

Scrittore autorevole e stimato vaticanologo, è oggi, con una lunga esperienza di giornalismo alle spalle, (di circa quarant’anni) ,  il maggior studioso e conoscitore di Storia della Chiesa. Appassionato ricercatore di “verità religiose”, è anche il biografo più attendibile della vita e delle persecuzioni di San Padre Pio da Pietrelcina per il quale ha realizzato anche la documentata  “scheda biografica” per l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana “Treccani” . 

 

Nel 1967, a soli 15 anni di età, il Comitato d'Istituto del suo Liceo gli affida la creazione di un giornalino di cronache studentesche, nasce così "Lo Strillo” .

     Dopo solo 3 numeri, Malatesta molto sensibile alle ingiustizie e per nulla ossequioso ai “dictat“  prepotenti, pubblica in prima pagina, la cronaca di una vicenda “interna” all’Istituto e giudicata “troppo personale” dai preti che ne sono i proprietari e gli insegnanti.

       In breve il fatto è questo: un integerrimo professore di matematica da tempo perseguita un allievo dello stesso istituto. Lo umilia e bistratta solo perché questi è nato da una ragazza madre ed entrato in quella scuola non per importanza della sua famiglia bensì grazie ad una “semplice” borsa di studio”. Al docente, spocchioso moralista questa cosa non va proprio giù, anzi a tutti i costi vuole mandarlo via.

Lo studente Malatesta vuole capirne di più e indaga a fondo, tanto da scoprire che l’intransigente insegnante intrattiene "affettuosa amicizia" con la giovane prof.  di ginnastica ed è egli stesso a sua volta protagonista di una vicenda simile, del passato. Tutto normale se la storia non coinvolgesse l’indiscutibile autorità “morale” di un insegnante “prete” e per di più vice-Rettore.    

La notizia irrompe nell’antico Liceo col fragore di una bomba.  Malatesta è sospeso per un mese dalle lezioni,  Lo Strillo va a ruba…. specialmente nelle redazioni dei quotidiani romani ma è l’evento che delineerà tutta la sua strada futura.

 

        Dopo solo sei mesi da quest'esordio, già lavora in un quotidiano vero: “Lazio Sera“.  A notare i suoi articoli è un vecchio giornalista romano, Fernando Gori, che lo chiama a collaborare alle pagine della provincia del quotidiano “Il Secolo d'Italia” dove, appena qualche anno dopo, sarà l'inviato speciale sportivo aggiunto delle Olimpiadi di Monaco. Lì Malatesta è testimone oculare ed il primo a raccontare per le agenzie, i fatti di quel terribile  massacro di sangue che sarà l'attentato dei terroristi Palestinesi.

 

      Nel 1970 inizia a collaborare all’allora più importante quotidiano romano, “IL TEMPO” . Si occupa con buona volontà di ogni argomento che gli viene affidato, dallo sport alla cronaca rosa, dai “coccodrilli” alla giudiziaria, e dallo spettacolo con Giorgio Prosperi alle province con Giuseppe Presutti;  collezionando così diverse ed importantissime esperienze che gli frutteranno una rapida ascesa nella professione.   

         

      Nel 1972, dopo aver conseguito la sudatissima  tessera professionale dell'Ordine dei Giornalisti,  passa come redattore effettivo di cronaca, fino a tutto il 1976.

 

      Sempre nel 1972 scrive anche per l’autorevole quotidiano “LA STAMPA” di Torino e per la terza pagina del quotidiano “STAMPA SERA” firma un importante servizio storico su Caterina De' Medici, prima distillatrice italiana di Cognac in Francia. 

 

      È un vero scoop e l'Italia fino ad allora impegnata nella guerra dei vini con Parigi, vince il primato storico alla Commissione Economica Europea, e per questo  rimane esportatrice di Brandy in tutto il mondo.   

 

     Nel 1973 inizia anche a scrivere per la catena dei quotidiani provinciali associati all’Agenzia A.G.A  (Agenzia Giornali Associati, Diretta da Pier Augusto Macchi) e suoi pezzi firmati appaiono su 81 giornali locali di antica e storica tradizione, come  “LA GAZZETTA DI PARMA” di “REGGIOEMILIA” e “MODENA” ,  “GIORNALE DI BRESCIA” ed   “ Il Cittadino” di Genova.

 

      Intanto a “IL TEMPO” dopo numerose inchieste di successo ( su gli invalidi civili, la sanità capitolina ecc.) Malatesta trova e pubblica le prove di un vasto traffico di banconote false introdotte nella capitale dalla criminalità mafiosa: è il vero colpo giornalistico della sua vita e si conclude con l'arresto dell'intera banda di trafficanti internazionali. Ma non si trova la gigantesca rotativa calcografica Regina Goebels oggetto di ulteriore di Malatesta nei suoi articoli. A capo del nuovo nucleo investigativo, della Guardia di Finanza, anti-falsificazioni c’è un giovane Capitano che in seguito per questi ed altri futuri successi contro i falsari (li vedremo più avanti), diventerà Generale.

 

      Come  notista di giudiziaria, agli ordini di un grande capo-scuola,   (appunto il capo della giudiziaria di allora de “IL TEMPO” ),  Franco Salomone    si occupa anche di terrorismo, tanto di colore NERO quanto delle “Brigate Rosse”.                          

            

       Infatti un nuovo scoop Malatesta lo fa quando intervista l'unica testimone oculare che ha assistito al disastro ferroviario dell' "Italicus" ed ha veduto in volto il presunto attentatore. “IL TEMPO”  pubblica l'intervista in "edizione straordinaria". 

 

Ma nessuno andrà fino in fondo a cercare di verificarne l’identità di questo misterioso personaggio, persosi fra le polverose carte processuali. 

 

Nel 1976, ha solo 24 anni , quando lascia “IL TEMPO”  ed assume la Direzione dello storico settimanale italiano “La Tribuna“  che rilancerà con la testata più moderna ed attuale “La Tribuna EXPRESS

 

Nel 1975 fonda insieme a Virgilio Lilli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti, ed al senatore Guido Gonnella il movimento "Il Semaforo" ed il Premio di giornalismo "Edoardo Scarfoglio" ma il sopraggiungere dell'immatura scomparsa del primo e, qualche anno più tardi del secondo, farà brevemente naufragare "Il Semaforo" nato per la riqualificazione della professione giornalistica. Caricatosi delle responsabilità dell'appena nato Premio Scarfoglio, Malatesta dopo solo cinque edizioni lo porterà al traguardo Europeo. Partecipa attivamente alla vita culturale della capitale e per ben cinque volte è al fianco di Maria Bellonci nella selezione delle candidature per i migliori riconoscimenti culturali.

 

Nel 1977 dopo aver pubblicato già due romanzi (sotto l’occhio della luna ’74 ed. cappelli Bologna, un’ombra nella notte ’75 ed. riuniti roma) e quattro saggi, diviene membro del Sindacato Scrittori e riceve a Londra il premio "Fiaccola" della stampa Europea. Nello stesso anno ha interessanti e frequenti scambi culturali con Cesare Zavattini e Giuseppe Prezzolini.

 

E’ la fine di aprile del 1978 quando le telescriventi delle  agenzie nazionali battono la notizia di una nuova e clamorosa operazione della Guardia di Finanza. E’ l’ennesimo colpo assestato contro la criminalità organizzata,  vengono infatti arrestati i capi del più vasto traffico di valuta falsa  ma avviene anche  il  ritrovamento al confine italiano con la Svizzera, della famosa ed introvabile “Regina Goebels”  la maestosa e potente rotativa calcografica all’origine dell’inchiesta giornalistica scritta cinque anni prima da Malatesta per “IL TEMPO”.

 

Il 7 maggio 1978,  il settimanale  “L’Espresso”      pubblica, in un accuratissimo Dossier a firma di due brillanti giornalisti PierVittorio Buffa e PierLuigi Ficoneri,  tutti i particolari dell’operazione, con un intervista esclusiva a Enrico Malatesta autore di quella inchiesta cui hanno preso le mosse le indagini della Guardia di Finanza.   

 

Il quotidiano "ROMA" di Napoli in primavera gli affida l'incarico di INVIATO SPECIALE  a DUISBURG per una serie di articoli sulla "Via del Reno" insieme a Fernando Gori.

 

Sempre nel 1978, riceve la laurea ad honorem in lettere dall' Università Cattolica di Schenfield - Inghilterra. Nel 1980 entra a far parte dell'Accademia dei Filopatridi.

 

      Nel 1983 è ricevuto in udienza privata in appartamento da Sua Santità, il  Papa Giovanni Paolo II.

 

      Ma già nel 1981 era stato ricevuto dal Capo dello Stato  Sandro Pertini per l'annale del Premio Scarfoglio e per ricevere, per questo la medaglia della cultura. L'incontro da luogo al nascere di una vera amicizia, tanto che successivamente Malatesta raccoglierà dal Presidente un'intervista esclusiva di cui non darà corso a pubblicazione per motivi personali. Ma sarà questa intervista che porterà Malatesta a decidere di  lasciare l'Italia per dedicarsi a viaggiare come inviato speciale di un'agenzia giornalistica  la The New York  Press Agency del circuito “THE ASSOCIATED PRESS” .

 

       Rientrato in Italia nel 1988, al culmine di una riflessione personale, Malatesta si "scontra" per la prima volta con la figura di Padre Pio.  Legge, studia, indaga e scopre....scopre che quel lontano "scandalo Giuffré" non era solo un triste affare di danaro ma ben altra cosa. Nasce così il suo primo libro su Padre Pio, "Nel nome del padrE...". L'anno seguente, il 1990 firma per  il settimanale L'Espresso l'inchiesta "Affare Pio" nata proprio a ridosso dell'uscita del suo libro. Sei mesi dopo, nel 1991, Giovanni Minoli lo vuole a “Mixer” Rai 2 per firmare il primo grande "speciale" televisivo sulla storia di Padre Pio. È un vero successo: oltre 12 milioni di contatti. 

 

Il servizio, dal titolo “L’indemoniato del Cielo”, presenta in esclusiva mondiale il film con il miracolo “in diretta” della progressiva  scomparsa delle Stigmate a poche ore dalla morte del Frate.

 

Da qui inizia una lunga serie di libri scritti da Malatesta su Padre Pio e divenuti tutti veri bestseller: "Padre Pio sotto il peso della croce" poi "Padre Pio quell'ultimo segreto"; "Padre Pio la vita e i miracoli"; e ancora in Francese "Padre Pio un pretre sous le poids de la CROIX". Su Padre Pio ha scoperto:il miracolo della sparizione delle stigmate alla sua morte (vedi settimanale OGGI inchiesta tre puntate) ; il carteggio clinico del dott. Festa, il diario personale di questi e il completo epistolario segreto, intercorso tra il medico e il frate. Ha ritrovato nel doppiofondo dell'armadio di Festa il cinto e il flacone contenente l'ernia da questi operata a Padre Pio nel 1925; le relazioni mediche e le lastrine per le prove di cicatrizzazione. Inoltre Malatesta ha scoperto l'esistenza di un "dossier Giuffré" ; della "Relazione Negrisolo" e di ben cinque epistolari fra Padre Pio e le sue figlie spirituali, per la prima volta pubblicate in questa grande opera: "Gli inediti di Padre Pio" e ancora, i diari e gli epistolari dei politici on. Galati, on. De Caro e on. La Pira.  Per meglio comprendere il valore e la sensazionalità di queste rivelazioni documentali è sufficiente richiamarci all'uscita di "Specchio" il supplemento del quotidiano torinese "La Stampa" che a Padre Pio dedica un'intero spazio monografico sottolineando tutto il valore della ricerca svolta da Malatesta suo maggior studioso e ricercatore.

 

       Malatesta dal 1984 è cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Nel 1996  il Times Magazine, il supplemento illustrato del glorioso giornale Londinese The Sunday Times, gli dedica un profilo per il suo operato di giornalista-scrittore cattolico, maggior studioso della vita di Padre Pio e di fatti della Chiesa e pubblica il suo articolo sul ritrovamento del più antico filmato, girato nel 1949,  in convento, a Padre Pio. 

       Ricevuto in udienza privata in appartamento, per più volte, dal Sommo Pontefice S.S. Giovanni Paolo II,  scrive, sulla base di queste irripetibili esperienze, il libro “Il Miracolo di Karol”.

        Dopo 24 anni di assenza nel 2000 ritorna a scrivere per IL TEMPO. Infatti, con un contratto giornalistico speciale, cede all’ Editrice Romana spa, editore del quotidiano, i diritti di pubblicazione di una biografia documentata su Padre Pio.
Con un “paginone” al giorno ed un inserto settimanale (4 pagine intere) di soli documenti inediti, Enrico Malatesta presenta in esclusiva tutte le carte “segrete” delle persecuzioni all’umile Frate di Pietrelcina. Negli ambienti romani del “vecchio” mondo ecclesiastico è già polemica.

       Nel  2002, anno della Proclamazione di Santità  di Padre Pio, da parte del Pontefice  S. S.  Giovanni Paolo II  esce il suo ultimo libro sull’argomento, dal titolo  “…aiutatemi tutti a portare la Croce !”   per le edizioni de “ Il Saggiatore”.  

       Nell’aprile 2003, (dieci mesi dopo l’avvenuta Canonizzazione di San Pio da Pietrelcina ) "Frate Francesco" la rivista teologica dell’Ordine Francescano, nel 1, dell’anno 69 -Nuova Serie- da pag. 127 a 147, gli dedica, a firma di Martino Conti, una particolare attenzione. Nell'attento studio dal titolo: “Padre Gemelli Filosofo della Prima Persecuzione contro Padre Pio da Pietrelcina ?” l'Autore  prende le mosse da una serie di “antiche”, quanto moderne asserzioni non veritiere e che nel tempo hanno “prediletto” vedere contrapposte le figure di Padre Gemelli a Padre Pio. La dotta rivista Francescana, sottolineando per tutte le 20 pagine dello studio l'obbiettiva documentalità storica prodotta nei suoi libri da Enrico Malatesta.

Nel settembre 2003 esce a firma di Enrico Malatesta il saggio: "L'INVIDIA il vizio capitale"

       Nel 2006, sul ritrovamento di un brandello di lettera, superstite del disastro ferroviario dell’ottobre del 1921,  di San Pietro a Maida,   ricostruisce l’intera storia della vicenda scoprendo l’eroica morte del giovane Ufficiale Postale  Mariano Ferrara, affogato nel torrente  Amato, sottostante alla ferrovia. Il servizio di Malatesta, appare sul settimanale VERO e la storica lettera proveniente dalla Libia attraverso quel  “rapido 86” finisce in esposizione alla Mostra sul Regno d’Italia a Montecitorio.

     E’ il 2007 quando esce in libreria il volume “Miracoli e politica nell’Italia del Novecento”  delle Edizioni Einaudi, l’autore è Sergio Luzzatto, insegnante di Storia moderna all’Università di Torino.  E’ un attacco terribile alla santità di Padre Pio, addirittura si sostiene che il Santo si procurasse in convento e da solo, le ferite stigmatiche attraverso l’uso indiscriminato di acido fenico.  Il quotidiano “CORRIERE della SERA” titola in prima pagina sul caso dando a San Padre Pio del cialtrone  e del mistificatore; come per tanti altri casi, la sentenza mediatica è già bella che scritta.  Ma con quali prove ?

Semplice, le prove non servono in Italia, per il processo mediatico e sufficiente che a parlare sia un qualcuno collocato su di un qualsiasi  “scranno”  o da pretore o da professore universitario.  Infatti, al Prof . Luzzatto,  quello stesso Santo Uffizio che ha rilasciato il “niil-obstat“, (nullaosta) al Processo per Canonizzazione di Padre Pio ha dato modo (…..e solo a Lui, sich..!?) di vedere vecchie cartacce dell’epoca delle calunnie e delle false accuse, come ad esempio un “bigliettino” autografo indirizzato dal Santo ad una farmacista penitente, nel quale Padre Pio  faceva richiesta esplicita dell’acido fenico.  Potenza  della “cattedra” universitaria…! è sufficiente solo questo e, senza alcuna provata relazione tra l’acido fenico e le Stigmate, perché si possa liberamente dire e, su tutte le prime pagine dei giornali, che Padre Pio i buchi delle sue dolorose Stigmate se li  sia prodotti così!   Ma siamo diventati tutti pazzi !?!?!

      Per  asserire tanto,  c’è almeno, e sottolineo la parola almeno , qualcuno capace di aver sperimentato questa pratica e soprattutto di dimostrare di esserci riuscito a prodursi  ferite simili ?   Esistono pronunciamenti ufficiali della odierna medicina in tal senso?    No !    Basta solo che qualcuno parli dall’alto della sua importantissima “cattedra universitaria” e la sentenza è scritta.

       Di questo però non ha colpa l’illustre cattedratico in oggetto, bensì è responsabilità dei molti che ancora oggi non sanno usare la propria testa per ragionare.

       Ma non basta. Il bellissimo libro che il Prof. ha redatto, perché di un bellissimo libro si tratta, pieno di citazioni, di riferimenti storici e molto ben scritto, onore al “vero” !……..anche se di vero ha ben poco,  però!

Come per quanto riguarda lo stesso Malatesta.

 

Sempre l'emerito Prof. scrive infatti: “……..a loro volta, tali libri  (quelli di Malatesta, ndr)  avrebbero offerto la base documentaria (se così si può dire) a un’ulteriore generazione di reporter, abbastanza giovani per convertire le articolesse pubblicate su <Oggi>  o su  <Gente>, degli anni settanta e ottanta in volumoni Mondadori o Piemme degli anni novanta e del Duemila quando le opere di un (…………) o di un Enrico Malatesta presentate alla credulità dei lettori come biografie “definitive” del “santo dei miracoli”, avrebbero trionfalmente asceso le classifiche nazionali dei bestseller……”

 

      Ebbene quanto scritto dal reporter Enrico Malatesta  è sempre stato ampiamente documentato nei suoi libri con visiva prova dell’asserito, documenti, ritrovamenti, films, fotografie , testimoni  e quant’altro che egli stesso si è dato pena di ricercare e trovare.  Ecco perchè i suoi libri hanno asceso trionfalmente le classifiche nazionali dei Best Seller  ! Peccato non si possa altrettanto dire degli altri, inamovibili nelle proprie ed elevatissime “cattedre”, che le documentazioni se le sono fatte "confezionare"...ed a volte neanche tanto bene …. basta vedere infatti, come nel libro del nostro Prof. Luzzatto, il Vescovo Mons. Raffaello Carlo Rossi, Visitatore Apostolico di Padre Pio del 14 giugno 1921, cambia “misteriosamente” nome di battesimo. Si legge infatti a pagina 138: (de “Padre Pio - Miracoli e politici dell’Italia del 900”) “Raffaele” Carlo Rossi e non “Raffaello” come giustamente dovrebbe essere. Un dettaglio di poco conto !?!….per i più … ma un ingiustificabile errore per un cattedratico della storia!

 

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Nel luglio 2008, Enrico Malatesta, in qualità di Capo dei Servizi Speciali del settimanale DI TUTTO, pubblica la biografia aggiornata di San Pio da Pietrelcina con i documenti inediti del Santo Uffizio, sconosciuti alla causa di canonizzazione.
Sullo stesso settimanale DI TUTTO ha la rubrica fissa "La Posta di San Padre Pio" per rispondere alle centinaia di lettori che scrivono tutte le settimane.

 

 

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Il 9 febbraio 2009 il giornalista e scrittore Enrico Malatesta è ospite della trasmissione "Uno Mattina"- Rai 1, in qualità di vaticanologo e storico di Padre Pio. Invitato ad intervenire sull' ennesima polemica dell'origine delle stigmate del Santo di Pietrelcina, sollevata dal volume pubblicato dalla Einaudi, Malatesta ribadisce l'importanza del dono ricevuto da Padre Pio dal Cielo e della grandiosità della sua santità. Vanificando così ogni polemica.

 

 


 

 

MAX ABBERLINE

della "Comunauté Europeénne des Journalistes"